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Il palazzo città-stato in balìa dei nordafricani

Circa 500 nordafricani, perlopiù eritrei e somali, occupano illegalmente un palazzo di sette piani dove regna la sporcizia e l'illegalità con locali commerciali aperti abusivamente e dove sono stati riscontrati vari casi di scabbia

Roma, 14 lug 2016 - Un hotspot abusivo nella periferia romana. Un intero palazzo autogestito da rifugiati. Lo stabile - che si trova in via Collatina nella periferia est di Roma - da un decennio è stato abbandonato dalle istituzioni e dai proprietari. E così è diventato una vera e propria città-stato governati dagli stessi abitanti. Siamo Tor Sapienza, dove nell’autunno 2014 sono scoppiati gli scontri tra migranti e residenti.

Qui è stato messo di tutto e di più, dai centri d’accoglienza ai campi rom, e il tessuto sociale non è stato fatto dai cittadini ma dalla politica”, spiega Roberto Torre, presidente del Comitato di quartiere, mentre ci accompagna a vedere quella che si potrebbe tranquillamente definire ‘una città nella città’.

Sicurezza, Figliomeni (FdI): "Via Cupa è solo la punta dell'iceberg. Serve centro di transito"

L’emergenza che sta colpendo via Cupa con decine di profughi accampati in strada è solo la punta di un iceberg che non può essere affrontata con superficialità e decisioni temporanee. Le soluzioni non possono essere tendopoli sparse in città come quella attrezzata anche dalla Croce Rossa in Via Ramazzini. E' ora che Roma reagisca di fronte al proliferare degli accampamenti abusivi sul territorio urbano, fenomeno ormai completamente fuori controllo a causa dell'assenza delle istituzioni e di soluzioni adeguate per fronteggiarli. Ovunque nella Capitale, anche all'interno dei centri abitati, i cittadini sono spettatori di scene di degrado ed illegalità” lo dichiara in una nota Francesco Figliomeni, consigliere comunale di Roma per Fratelli d’Italia.

Con la Raggi gli elettori hanno votato a scatola chiusa

"Non mi sembra che il detto chi ben comincia è metà dell’opera sia nelle corde del sindaco Raggi. Tra ex veltroniani, ex rutelliani, ex alemanniani, ex polveriniani, riciclati della prima e dell’ultima ora, senza dimenticare le riconferme eccellenti degli uomini dell’ex sindaco Ignazio Marino, parte male la selezione della giunta capitolina pentastellata del neo sindaco Virginia Raggi.

Eppure la sua squadra, o dream team come ha voluto definirlo Luigi Di Maio a In mezzo’ora il 29 maggio scorso, doveva essere pronta addirittura prima del voto del 5 giugno. Fu proprio il 5 Stelle, in nome della trasparenza con gli elettori, a montare il leitmotiv della squadra di governo da rendere nota prima del voto con dichiarazioni ufficiali a cui però non sono seguiti i fatti.

Ringraziamento

Amiche ed Amici carissimi, sono da poco tornato dal Seggio centrale dove vengono verificati i verbali di scrutinio e vi posso assicurare che vi sono moltissime situazioni “poco chiare” per non dire che regna il caos, come peraltro riportato da alcuni organi di stampa.

Mi scuso, quindi, per il ritardo con cui porgo il mio ringraziamento alle elettrici ed agli elettori che mi hanno gratificato con circa 3100 voti di preferenza votando altresì in massa il partito di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni che non è riuscita ad andare al ballottaggio soltanto per pochissimi voti e per le scellerate scelte di Forza Italia e di Berlusconi che ha assoldato la “kamikaze” Alessandra Mussolini che, come da lei stessa dichiarato, aveva ricevuto l’incarico di adoperarsi per non far vincere Giorgia Meloni!

In ogni caso, anche in presenza di queste avversità, il risultato di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni è stato veramente eccezionale; per non parlare del nostro risultato che ci pone tra i primi quattro su una lista di 48. E di questo, naturalmente, devo ringraziare Fabrizio Santori e gli altri dirigenti del nostro gruppo, i candidati municipali che hanno lottato come leoni e tutti i volontari che mi hanno aiutato in ogni situazione togliendo tempo alle loro famiglie, al loro lavoro, ai loro interessi!

In ogni caso, a prescindere dall’esito del ballottaggio, noi continueremo nelle nostre battaglie politiche avendo ben chiaro il mandato che ci hanno affidato i cittadini di fare pulizia in questa città contro gli affaristi e gli incapaci.

Alla luce, poi, di come sono state gestite queste elezioni da quell’incapace di Alfano e da quel chiacchierone di Renzi, oltre che di quanto sta accadendo nelle verifiche post elettorali, invito Giorgia Meloni, Fabio Rampelli e tutti gli altri parlamentari di Fratelli d’Italia a chiedere le dimissioni quantomeno del Ministro dell’Interno anche come segno di rispetto verso i componenti dei seggi che, volutamente, sono stati costretti a lavorare in condizioni disumane ininterrottamente per alcuni giorni; ma anche verso tutti quei candidati e quei cittadini che ancora oggi non conoscono che fine hanno fatto i loro voti.

Non mi pare che siamo in Burundi, no? Naturalmente, con tutto il rispetto per quel paese che merita tutta la mia attenzione!

Comitato elettorale

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