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"ESPOSTO-DENUNCIA": Fumi tossici e rifiuti nel Parco archeologico di Centocelle!

Alla Procura della Repubblica

presso il Tribunale Ordinario di Roma

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Alla Procura regionale della Corte dei Conti

 

Al Ministero dell’Ambiente e della tutela del

Territorio e del Mare On. Luca Galletti

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Al Ministero della Salute On. Beatrice Lorenzin

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Al Prefetto - Ufficio Territoriale del Governo di Roma

Alla Sindaca di Roma Capitale


Al Dipartimento Tutela Ambiente di Roma Capitale

Dipartimento Mobilità e Trasporti di Roma Capitale

Dipartimento Sviluppo Infrastrutture Manutenzione

Urbana Centrale Unica Lavori Pubblici di Roma

Capitale

Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio

per il Comune di Roma

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All’Arpa Lazio

 

Alla Asl Roma 2

Dipartimento di Prevenzione – UOC Igiene pubblica

Tutela della salubrità e sicurezza degli

ambienti di vita aperti e confinanti

ESPOSTO-DENUNCIA

OGGETTO:  Fumi tossici e rifiuti presenti nel canalone del Parco archeologico di Centocelle. Rischio per la salute pubblica.

20170206 EspostoParcoCentocelle pag1

Il sottoscritto Francesco Figliomeni, nato a Siderno (R.C.) il 28.05.1963, domiciliato in Roma via del Tritone n. 142 presso il Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia - A.N., fax 06.2312720, nella qualità di Consigliere di Roma Capitale e nell’espletamento delle proprie funzioni istituzionali, facendo seguito anche alla richiesta di molti cittadini e di un comitato che da anni frequentano e vigilano sul Parco Archeologico di Centocelle e si battono per la salvaguardia della vastissima area di 120 ettari di parco pubblico sito nel V Municipio, a sud dell’omonimo quartiere, delimitato a ovest da via di Centocelle, a nord da via Casilina, a est da viale Togliatti, a sud da via Papiria e dal sedime militare del Comando della Squadra Aerea dell'Aeronautica Militare e del Comando operativo di vertice interforze del Ministero della Difesa,

PREMESSO

Che, come risulta anche da continue notizie di stampa e dalla testimonianza di tanti cittadini, dal primo gennaio corrente anno, diverse decine di metri cubi di rifiuti stanno bruciando in profondità all’interno delle cave sottostanti del Parco Archeologico di Centocelle, grotte un tempo utilizzate come fungaie, nel settore sud-orientale della città, anche se i Vigili del Fuoco non senza difficoltà sono intervenuti con l’ausilio di mezzi speciali e hanno provveduto ad una prima opera di spegnimento;

Che nei giorni successivi allo spegnimento l’incendio si è riattivato, provocando di nuovo la fuoriuscita dei fumi da una voragine che si è aperta nei pressi dell’ingresso della galleria;

Che dall’incendio, prevalentemente di natura covante, che si sviluppa in questo modo in una condizione di carenza di ossigeno, fuoriescono delle rilevanti concentrazioni nell’aria di monossido di carbonio, un gas nocivo per la salute degli esseri viventi;

Che, come conseguenza di tali incendi, anche il terreno e le falde acquifere sottostanti ne risentono rischiando di essere compromesse in maniera irrimediabile per un duplice motivo, da una parte per gli effetti perniciosi legati all’incendio, dall’altra a causa delle sostanze tossiche rilasciate dalle numerose discariche abusive di rifiuti che purtroppo si trovano su tutta l’area;

Che a distanza di oltre un mese dal primo incendio, i fumi tossici emanati dai cumuli di rifiuti stratificati negli anni, di circa tre/quattro metri, continuano a fuoriuscire in maniera potente dall’imbocco del canalone sotterraneo dove affiorano i rifiuti e, quando cambia il vento, i fumi a base di diossina e monossido di carbonio volano rapidi anche in direzione delle zone del Quadraro e di Tor Pignattara, e i cittadini lamentano forti disagi legati al fatto che l’aria è irrespirabile e l’odore del fumo particolarmente acre;

Che tali cumuli di rifiuti stratificati, che invadono il canalone sotterraneo, sono in buona parte frutto di quanto “dismesso” dalle bonifiche dello sgombero avvenuto nel 2009 di Casilino 700 e Casilino 900, due degli insediamenti rom tra i più grandi d’Europa, a cui si aggiungono i rifiuti gettati lì da mani ignote rendendo l’area una discarica abusiva;

Che nelle case Ater posizionate in via di Centocelle, nel comprensorio tra i civici 3 e 15, in mezzo ai palazzi c’è una voragine di circa 25 metri di diametro aperta da più di un anno attualmente transennata, che fa da apertura di sfogo alla colonna nera di diossina che si sprigiona dal canalone sotterraneo che assorbe l’aria da vari punti;

Che sebbene nel tempo si sia proceduto a una prima bonifica parziale dei rifiuti, siamo soltanto all’inizio tanto che i tecnici del Dipartimento Ambiente competente per l’area in questione, devono ancora conteggiare l’importo e stabilire le procedure di smaltimento, visto che la Ama S.p.A. non si occupa di rifiuti interrati;

Che i rifiuti interrati si trovano anche nella parte del Parco prospiciente viale Palmiro Togliatti, dove sono presenti tra l’altro numerosi rottamatori di automobili che deturpano tutto l’ambiente circostante e che occorre al più presto rilocalizzare in altre aree più idonee.

CONSIDERATO

Che in base a monitoraggi naturalistici effettuati ormai da tempo dal WWF, risulta che su tutta l’area del Parco di Centocelle sono stati censiti ben 40 specie di uccelli, tra cui alcune minacciate e considerate in diminuzione, oltre la presenza di mammiferi quali le volpi, ed altre numerose essenze vegetali che sono un tipico esempio della campagna romana;

Che oltre una riqualificazione ambientale il Parco Archeologico di Centocelle necessita anche di una riqualificazione di natura culturale ad opera della Sovrintendenza, visto che al suo interno sono presenti resti di ville romane oltre altri numerosi reperti archeologici di varia entità e cronologia, che rappresentano un esempio dei grandi complessi suburbani che partono dal VI sec. a.C. ed arrivano fino al VI sec. d.C, prezioso patrimonio artistico;

Che dal 25.06.2015 veniva consegnata un’area di circa 15 ettari che va dall’ex campo volo fino a via di Centocelle per la realizzazione del secondo stralcio del Parco di Centocelle (cd. II lotto);

Che per la riqualificazione di tale area, le cui opere riguardano i due nuovi accessi, i viali, le piste ciclabili, l’illuminazione, le aree giochi, piantare gli alberi e spostare i rottamatori, sono stati stanziati 2,8 milioni di €uro rimasti bloccati in quanto la ditta appaltatrice è stata sottoposta a procedura fallimentare.

VISTO

Che il Parco di Centocelle è poco fruibile anche per l’aspetto della viabilità sotto il profilo della sicurezza ed incolumità delle persone in quanto l’unico passo carraio, esistente al civico 712 di via Casilina, così come è stato posizionato risulta essere notevolmente pericoloso;

Che al fine di consentire una migliore fruibilità dell’accesso carrabile di cui sopra sarebbe opportuno prevedere lo spostamento dell’accesso medesimo di circa dieci metri perpendicolarmente a viale della Primavera aggiungendo al semaforo la possibilità di “proseguire anche dritto” dalla parte opposta, ossia da viale della Primavera, e velocizzare la viabilità della zona che è molto congestionata in modo da consentire anche agli abitanti del popoloso quartiere di Centocelle (che conta circa 60.000 abitanti!) di accedere direttamente al Parco senza essere costretti a dover percorrere un lungo giro e quindi incrementare sensibilmente l’afflusso di utenti nell’area in questione che, attualmente, per la presenza di varie situazioni di pericolo risulta poco frequentata;

Che in tale vastissima area non vi è alcuna area ludica e, pertanto, sarebbe molto importante – soprattutto per incrementare la presenza dei bambini e delle famiglie – l’installazione di alcuni giochi per bambini (altalene, scivoli, ecc…) peraltro presenti ed abbandonati in un’altra area poco distante su via dei Gordiani che risulta chiusa ed interdetta al pubblico per una situazione di pericolo nel suolo;

Che il Parco Archeologico di Centocelle è un bene pubblico dall’indiscutibile valenza internazionale considerato che ha la stessa estensione di Villa Borghese e che al suo interno si trovano le vestigia della grande civiltà romana, tanto più che per la sua progettazione era stato oggetto di un apposito Concorso internazionale;

Che a tutt’oggi il Parco, nonostante gli sgomberi dei due grandi insediamenti nomadi Casilino 700 e Casilino 900, risulta sprovvisto degli opportuni controlli tanto che è stato fatto oggetto di nuovi insediamenti di gruppi di nomadi che stanziano principalmente nell’area adiacente viale Palmiro Togliatti, facendo precipitare nuovamente i livelli di sicurezza e degrado.

POSTO

Che il c.d. “decreto Terra dei fuochi” (d.l. n. 136/2013, convertito con L. n. 6/2014) al fine di reprimere le vicende criminose e dannose per l'ambiente che hanno messo in luce la situazione dei rifiuti in Campania, ha introdotto l’art. 256 bis nel D.Lgs. n. 152/06 (T.U. ambientale) rubricato "Combustione illecita di rifiuti";

Che il reato, nella sua ipotesi base, punisce con la reclusione da due a cinque anni chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati o depositati in maniera incontrollata in aree non autorizzate. Se ad essere bruciati illecitamente sono rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, come giardini, parchi e aree cimiteriali, si applicano le sanzioni amministrative pecuniarie previste dall'articolo 255 del Codice dell'Ambiente per l'abbandono di rifiuti (sanzione da 300 euro a 3.000 euro);

Che oltre alla fattispecie sopra descritta possono sussistere anche “reati satelliti”. Si badi che con tale dicitura si vuole indicare in modo figurativo tutti quei reati in materia di inquinamento che non sono espressamente previsti nel sistema sanzionatorio del T.U. ambientale, ma sono stati storicamente creati dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione valorizzando reati del Codice penale, applicandoli appunto in modo “satellite” ed integrativo rispetto alla normativa ambientale come ad esempio l’art. 674 c.p. per le immissioni di fumo da tali falò con potenziale danno alle persone;

Che si tratta di un reato di pericolo e non di danno, il che significa a livello pratico che non è necessario che i cittadini subiscano un danno diretto tossicologico o patologico, e dunque a livello fisico, da tali immissioni, ma basta semplicemente che l’organo di vigilanza attraverso un sistema probatorio minimale (accertamenti diretti, testimonianze, fotografie, filmati o altro) vada a documentare che quel tipo di emissione era pienamente idonea a recare danno a un numero indeterminato di persone, anche se questo numero indeterminato di persone non ha presentato a sua volta una denuncia o non si è lamentato del fatto;

Che la situazione denunciata rappresenta anche una violazione del diritto alla salute ex art. 32 della Costituzione, tenuto conto del fatto che i pregiudizi patiti dai privati, oltre che di natura biologica e patrimoniale, possono riguardare anche la mera qualità della vita. Difatti, secondo un indirizzo che ha trovato il consenso delle Sezioni Unite della Cassazione, (Cass. Sez. Un. 21 febbraio 2002, n. 2515), in caso di compromissione dell'ambiente a seguito di disastro colposo è risarcibile anche il danno morale soggettivo subito da chi abita o lavora in un certo contesto, purché si dia prova in concreto di aver subito un turbamento psichico di natura transitoria a causa dell'esposizione a sostanze inquinanti e alle conseguenti limitazioni al normale svolgimento della vita. Quindi diritto alla salute anche come diritto a un ambiente salubre, giacché il diritto alla salute dell'individuo assume un contenuto di socialità e di sicurezza per cui piuttosto che come diritto alla vita e alla incolumità fisica si configura come diritto all'ambiente salubre;

Che la situazione è divenuta insostenibile e intollerabile per tutta la collettività, per lo stato di degrado e la situazione di emergenza che l'attanaglia, per l'insufficiente servizio reso alla popolazione oltre che per le responsabilità della pubblica amministrazione, con il possibile configurarsi di diverse fattispecie penalmente rilevanti, dal reato di rifiuto di atti d'ufficio ex art. 328 c.p. a quello di interruzione di un servizio pubblico ex art. 331 c.p., oltre che omesso controllo e vigilanza, danno ambientale e alla salute;

Che è di ogni evidenza, tra le altre, il grave danno arrecato all’erario in quanto le ingenti somme stanziate in più riprese per la riqualificazione del Parco non hanno avuto alcuna utilità e possono quantificarsi come soldi pubblici spesi quanto meno in violazione dei criteri di economicità, efficienza ed efficacia;

Che i cittadini stanno patendo un grave danno economico anche alla luce del fatto che lo stanziamento delle notevoli somme per la periodica cura del verde pubblico non ha un riscontro proporzionale rispetto alla pulizia dell’area che spesso versa in stato di degrado con rifiuti non ritirati, l’erba non tagliata in certi periodi e la vegetazione non curata in alcun modo.

TUTTO CIO’ PREMESSO

lo scrivente consigliere di Roma Capitale espone e denuncia a tutte le Autorità in indirizzo le circostanze sopra dettagliatamente indicate e chiede ad ognuna, per quanto di propria competenza, di

-          verificare eventuali responsabilità a qualsiasi livello e per qualsivoglia danno, ovvero qualsiasi atto teso a ledere i diritti dei cittadini, primo fra tutti quello alla salubrità dell’ambiente e quello alla salute, oltre a quello della gestione efficiente ed efficace delle risorse pubbliche, unitamente a tutte le eventuali responsabilità, commissive ed omissive, connesse ai summenzionati fatti;

-          valutare, esaminati i fatti narrati e le circostanze indicate, ogni profilo di illiceità penale e/o erariale frutto dei fatti ivi esposti, nonché che sia accertato, per le rispettive competenze, qualsiasi atto teso a ledere i diritti dei cittadini;

-          tutelare i diritti soggettivi e gli interessi legittimi e collettivi dei consociati, tutela cui deve tendere in via primaria ed istituzionalmente l’agire della Pubblica Amministrazione;

-          di aprire con la massima celerità dei tavoli di concertazione al fine di stabilire un programma strategico volto alla tutela e alla riqualificazione del Parco Archeologico di Centocelle, in modo da rimuovere tutti gli ostacoli, di qualsivoglia natura, che impediscono la fruibilità a tutto tondo di un’area così significativa della periferia sud-est di Roma Capitale, munendola altresì di tutte le attrezzature necessarie ai fini del miglior godimento dell’area da parte dei cittadini, soprattutto bambini e famiglie.

Con ogni più ampia riserva di indicare e produrre ogni documentazione utile a tutte le Autorità in indirizzo.

Per quanto riguarda l’eventuale accertamento di reati da parte dell’Autorità Giudiziaria, si chiede di essere avvisati ex art. 408 c.p.p. in caso di richiesta di archiviazione e si resta in attesa di essere informati su quale sarà l’esito delle verifiche e degli atti che ciascuna Autorità e/o Ente vorrà effettuare.

Con ossequio.

Roma, 06.02.2017                                                                                                                                                  On. Avv. Francesco Figliomeni

 

 

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